L’appalto scadrà, infatti, il 30 aprile prossimo e la decisione, assunta dai vertici aziendali della Sanofi, causerà il licenziamento in tronco per ben 14 operai.
È notizia di questi giorni il mancato rinnovo della commessa alla “Cof & C.”, l’azienda che da ben 27 anni si occupa della manutenzione degli impianti all’interno dello stabilimento brindisino della Sanofi Aventis.
Da quanto è dato sapere – ben poco a dire il vero, considerato che la decisione è stata assunta dai vertici a Milano e che la direzione locale pare non fosse neppure a conoscenza di quanto sta accadendo – la multinazionale non solo non sembrerebbe intenzionata a rinnovare il contratto, ma – fatto ancor più grave – la ditta che sostituirà la ‘Cof & C.’ sta già operando all’interno dello stabilimento ed è un’azienda barese, la ‘Cestaro Rossi’. Un fatto, questo, inspiegabile oltre che gravissimo per due ordini di motivi: intanto, ci chiediamo che fine faranno i 14 operai che da circa 30 anni hanno prestato il proprio servizio all’interno della Sanofi Aventis? E poi, se l’azienda – per qualsiasi motivo nel cui merito non entriamo – aveva intenzione di cambiare l’impresa che si occupa della manutenzione, perché mai andare a ‘pescare’ al di fuori del territorio? Perché, nell’ambito della gara d’appalto non invitare aziende locali? Ci risulta davvero difficile credere che nessuna impresa brindisina avesse i requisiti necessari per svolgere quel tipo di mansioni. Da parte della Sanofi, che è uno dei più grossi gruppi industriali che insistono sul nostro territorio, ci saremmo aspettati maggiore rispetto nei confronti del territorio stesso. Brindisi sembra, ormai, essere diventata sempre più ‘terra di conquista’, dove chi si insedia con i propri impianti, una volta ottenuto ciò che serve per avviare la produzione, ‘dimentica’ di avere anche dei doveri che, nel caso specifico, equivalgono al coinvolgimento di manodopera ed imprese del posto.
Più volte la CNA ha cercato di interloquire con la Sanofi Aventis ma, ad oggi, non si è riusciti ad instaurare alcun tipo di dialogo. E, purtroppo, spiace constatare che l’azienda i non è l’unica multinazionale che adotta la medesima politica del ‘silenzio’. Sottrarsi all’interlocuzione con le Associazioni di Categoria costituisce una gravissima mancanza di rispetto nei confronti dell’intero territorio e non solo delle associazioni che rappresentano le piccole e medie imprese del posto. Ma attenzione: la Cof & C. non è una nostra associata. Questa presa di posizione, quindi, non vuole essere una strenua difesa di un’azienda legata alla CNA di Brindisi, ma più semplicemente un invito al confronto, serio e costante, rivolto a chi da questa città ha ‘preso’ e ricevuto tanto e continua a prendere e ricevere ancora oggi.