Il giovane penalista Jacopo Epifani ha presentato al nostro microfono il suo nuovo lavoro letterario “Debito di Coscienza”.

L’intervista

“Debito di coscienza” è un poliziesco ambientato a Roccaditria, capoluogo fittizio della Valle d’Itria nella Puglia centrale, che racconta le indagini sulla scomparsa di don Vincenzo Serio, un anziano notabile della città.

La storia è narrata per episodi e dalla prospettiva di diversi personaggi: gli inquirenti, la vittima, sua sorella, i sospettati, un avvocato poco limpido e altri ancora. I protagonisti dell’inchiesta sono tre: il pubblico ministero Calò, un uomo intelligente ma imborghesito nelle aspirazioni e nelle manie, il maresciallo Volpe, assai pigro e un po’ goffo ma dotato di una profonda conoscenza di Roccaditria, e la vicebrigadiere D’Atena, una dinamica trentenne la cui carriera nell’Arma è in rampa di lancio.

I primi atti investigativi portano a scoprire che don Vincenzo, dopo un fallimento imprenditoriale e la morte della moglie, è caduto in una depressione dalla quale è riemerso soltanto con l’ingresso in casa di Vania, una domestica bulgara con cui è nata quella che i famigliari definiscono “una simpatia”. Donna Margherita, la sorella di don Vincenzo, indirizza le indagini verso lei e il fratello Adrian, giunto in Italia da pochi anni ma già invischiato in giri criminali. Il mezzadro della famiglia Serio, Giovanni Pianoforte, rivela che don Vincenzo è caduto nella rete dell’usura. Questi due indizi metteranno Calò, Volpe e la D’Atena sulle tracce di una malavita locale spietata e tentacolare che, proprio dove la gente è poca e i luoghi sono sempre gli stessi, non lascia alle proprie vittime alcuna possibilità di scampo.

Solo dopo essersi districati tra fattucchiere, lettere anonime, cavilli legali, tradimenti professionali, aggressioni, inseguimenti e incendi dolosi, gli investigatori giungeranno alla soluzione del caso e scopriranno qual è stata la sorte dell’ultimo dei Serio.