Venerdì scorso, presso il Palazzo Ducale di Martina Franca si è svolto il workshop ‘Lupus in Fabula. Convivere con il Lupo nella Murgia di Sud-Est’ organizzato dal WWF Martina Franca e dalla Cooperativa Serapia, in collaborazione con Fucine Letterarie, e con il Patrocinio del Comune di Martina Franca. Dopo il saluto di benvenuto del sindaco Franco Ancona e dell’assessore alle attività produttive Nunzia Convertini, sono intervenuti il dott. Lorenzo Gaudiano e il dott. Rocco Sorino del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari, il Corpo Forestale dello Stato, la dott.ssa Valeria Salvatori dell’Istituto di Ecologia Applicata di Roma e curatrice del progetto LIFE MEDWOLF, ed il dott. Flavio Bruno de Il Contado del Molise, Centro per la selezione funzionale delle antiche razze di cane da lavoro italiane. Il workshop, che ha visto una grande partecipazione, è stato caratterizzato da un ricco e diversificato programma di interventi finalizzati alla conoscenza dell’ecologia e della biologia del lupo ed all’acquisizione della consapevolezza che questa specie sia giunta spontaneamente nel territorio della Murgia, che sta generando danni al patrimonio zootecnico allevato nelle numerose masserie del territorio, e che, essendo tutelata da normative nazionali, è necessario adottare delle strategie condivise per ridurre il conflitto tra l’uomo e il lupo. Le indagini scientifiche svolte dal Dipartimento di Biologia degli Studi di Bari nei comprensori del Parco Nazionale del Gargano e nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia hanno rilevato che sono presenti delle piccole popolazioni con nuclei stabili riproduttivi e che la specie sia molto probabilmente giunta dal vicino Appennino, dove non si è estinta nell’ultimo secolo così come avvenuto sulla Murgia. Il Corpo Forestale dello Stato rappresentato dall’Ufficio Territoriale per la Biodiversità e dal comandante della stazione di Martina Franca, dott. Sante Lucarella, ha riportato la situazione sino ad ora nota nel territorio martinese con due soggetti di lupo investiti, rinvenuti sul ciglio della S.P.581 Martina Franca – Massafra e della S.S. 172 Martina Franca – Taranto, e con una mappa di distribuzione dei casi di predazione al bestiame da parte di canidi, la gran parte concentrati nelle zone boschive. La dott.ssa Salvatori ha discusso le soluzioni adottate in diversi paesi europei e la situazione in provincia di Grosseto, dove il lupo è presente e dove le aziende zootecniche sono state invitate a stipulare un’assicurazione per risarcire i danni in caso di eventuali predazioni. E’ emerso che le strategie da adottare per convivere con il lupo e per ridurre il conflitto tra la specie e l’attività zootecnica, sono rappresentate perlopiù dall’impiego di cani da guardiania, in particolar modo volpini e mastini abruzzesi selezionati proprio per la conduzione e per la difesa del bestiame, quale strategia atta a ridurre fortemente il rischio di predazione. Inoltre, è stato evidenziato che la percezione da parte degli allevatori del danno subito dal lupo diminuisce proporzionalmente all’attenzione che le amministrazioni pongono al problema. Sono intervenuti il dott. Giovanni Cappiello, rappresentante dell’Associazione Regionale degli Allevatori della Puglia, e diversi allevatori che hanno illustrato la delicata situazione dovuta alla perdita di numerosi capi di bestiame, anche di razze pregiate quali il cavallo murgese, l’asino di Martina Franca e la vacca podolica. E’ emersa la necessità di proseguire il lavoro avviato con i tavoli tecnici al fine di intervenire con urgenza per adottare delle soluzioni condivise con le istituzioni per tutelare da una parte il patrimonio zootecnico, dall’altra il lupo, nonché per risarcire in maniera adeguata i danni da predazione. In conclusione è stata condivisa tra tutte le parti coinvolte la necessità di collaborare in stretta sinergia, ognuna delle quali con impegni ben precisi. E’ opportuno che gli allevatori ritornino ad impiegare cani da guardiania per difendere il bestiame e che denuncino tutti i casi di predazione alle autorità competenti, che i veterinari, trovandosi ad affrontare una situazione inedita nel territorio della Murgia di Sud Est, implementino la propria formazione per riconoscere i danni da lupo e per condividere le procedure di richiesta di indennizzo, che le istituzioni siano pronte ad accogliere queste ultime al fine di risarcire i danni e che i tecnici dell’Università, grazie al lavoro di ricerca sulla specie e sulle sue abitudini predatorie, supportino gli allevatori al fine di adottare tecniche di protezione del patrimonio zootecnico.