Un classico “sempre verde”, con una voglia matta di divertirsi e divertire; con tanta energia, ma anche tanti ricordi, soprattutto di persone che non ci sono più. Il tutto attraverso una rivisitazione non solo dei grandi classici della musica napoletana, ma anche di quelli della musica italiana popolare: tutto questo è Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana sul palco del Foro boario ad Ostuni.Una serata all’insegna del tutto esaurito. Un concerto di Arbore con la sua infallibile orchestra, infatti, “tira” sempre, anche se l’età media degli spettatori è elevatina… Ma Arbore ci scherza su, provando a sdrammatizzare anche sulla sua di età (77 anni): “Ormai faccio parte anche io di… Amnesy International, ho bisogno di un assistente (uno dei suoi musicisti, ) che mi ricordi quello che devo dire”!. Arbore, con la sua Orchestra Italiana, da oltre vent’anni non è solo un’istituzione televisiva, ma anche della musica grazie a questo strepitoso successo creato ottenuto grazie al suo mix di successi dei grandi classici napoletani e della musica italiana, reinventati nella maniera più disparata, attraverso arrangiamenti che sfociano anche nel jazz . Nella scaletta, della serata ostunese finiscono brani della tradizione partonepea quali Reginella (con cui si apre il concerto, con la voce anche dell’indimenticato Roberto Murolo), O’ Saracino, Voce e notte (con le voci di Barbara Bonaiuto e Gianni Conte, Dicintecello vuje (ancora con Gianni Conte), Malafemmena, Comme facette mammeta, Aummo Aummo e O’ Sole mio. E tra una canzone e l’altra, Arbore si diverte ad intrattenere il suo pubblico con battute, gag, episodi della sua vita vissuta, finendo a coinvolgere anche Luciano De Crescenzo, del quale Arbore racconta alcuni divertenti fatti accadutigli, con la scusa che lo stesso scrittore ormai non se li ricorda più. Arbore è un fiume in piena: il suo spettacolo dura poco più di due ore e mezzo, ma non si risparmia e dipendesse da lui, non scenderebbe mai dal palco. Lui è il protagonista assoluto (canta, suona la chitarra, poi il pianoforte, infine il clarinetto) ma i cantanti dell’orchestra che lo supportano non sono da meno e Arbore rende loro omaggio lasciando al loro il palcoscenico come in Canção do mar magistralmente cantata da Barbara Bonaiuto ed un fuori programma lirico – per mandolino e orchestra – con il Nessun Dorma di Puccini eseguito da Gianni Conte. Nel corso dell’esibizione, non mancano anche un omaggio a Modugno con Piove e un po’ del repertorio “arboriano” con A nuje ce piace ‘e magna’!, Smorza ‘e Llights e le classiche canzoni degli indimenticabili programma televisivi quali Quelli della notte e Indietro Tutta!: Ma la notte no (in cui vengono rivisitati i più disparati generi musicali, dal reggae alla musica latina, dal rock al blues), il mix Vengo dopo il tg e La vita è tutto un quiz, per concludere con Il materasso e Luna rossa, la canzone più indicata per congedare il pubblico,facendolo tornare a casa con il sorriso sulle labbra e con una serenità d’animo che solo artisti come Arbore sanno trasmettere.
Angela Anglani