Un piccolo focolaio di coronavirus sarebbe presente a Ceglie Messapica nella struttura di alta specializzazione e riabilitazione “San Raffaele” sita sulla Ceglie-San Michele.
Una fisioterapista del San Raffaele è risultata positiva al Covid-19. La donna era in quarantena dal 12 marzo insieme ad altri tre colleghi, più altri cinque tra infermieri ed operatori sanitari in auto quarantena dopo aver accusato i primi sintomi attorno a mercoledì scorso, ovvero, febbre, tosse e difficoltà respiratorie.
Per questi ultimi non sarebbe stato ancora avviato il protocollo del triage ma risulterebbero in malattia. Quanto ai tamponi, invece, solo tre operatori sarebbero stati sottoposti a test. Sta di fatto, comunque, che oggi, dopo la notizia della positività della fisioterapista, la direzione avrebbe chiamato i terapisti della palestra centrale, dove lavora la persona risultava positiva, chiedendo loro di rimanere a casa.
Non ci sono, ancora, certezze su come la donna si sia potuta infettare, ma l’azienda sanitaria sarebbe in attesa di un tampone fatto ad un paziente ricoverato nella struttura per circa due mesi e poi trasferito a Bari dove è deceduto la notte scorsa (ma in caso di positività, si dovrebbe pensare ad un contagio provocato da un soggetto esterno data la lunga permanenza in degenza). Secondo indiscrezioni, poi, i dispositivi di sicurezza sarebbero arrivati solo lunedì e solo per gli operatori e non per il personale preposto alla pulizia della struttura.
A poche ore dall’uscita di questo articolo è arrivata la comunicazione del San Raffaele:
Si è riunita questa sera la direzione sanitaria e medico competente della struttura per definire l’indagine epidemiologica da inviare in Asl. Dalla stessa indagine è risultato che 8 terapisti hanno avuto un contatto stretto con la collega positiva. Per contatto stretto si intende “utilizzo palestra con distanza minore di 1 metro per almeno 15 minuti”. Pertanto l’Azienda non esclude “che vi siano stati contatti stretti con altro personale in altri locali. Si è richiesto pertanto alla Asl l’esecuzione del tampone a tutti i potenziali contatti. Il personale è stato dotato dei dispositivi come previsto da disposizioni nazionali e regionali. L’Azienda – conclude – di essere in attesa di disposizioni Asl su eventuali quarantene e isolamenti. E del tampone di un paziente che nulla ha a che vedere con la terapista non essendo tra l’altro mai venuti in contatto