BARI Il Consiglio regionale pugliese ha approvato la richiesta di indire due referendum popolari per abrogare completamente e parzialmente la legge sull’autonomia differenziata. Con questo passaggio, salgono a cinque le Regioni di centrosinistra che chiedono l’abrogazione della legge.
Il processo era stato avviato dalla Campania e successivamente supportato dai consigli regionali di Emilia Romagna, Toscana e Sardegna. Oggi, dopo un ritardo di due mesi dovuto a un errore formale (lo scorso luglio il Consiglio aveva approvato la richiesta di referendum, ma non aveva nominato i delegati per i quesiti), la Puglia ha completato l’iter.
Nel dettaglio, il Consiglio regionale ha approvato la richiesta di referendum per l’abrogazione totale della legge con 30 voti favorevoli e 12 contrari, designando Grazia Di Bari come consigliera delegata effettiva (24 voti su 38) e Paolo Campo come supplente (28 voti su 32). Per l’abrogazione parziale, la richiesta è stata approvata con 29 voti favorevoli e 9 contrari, con Sergio Clemente designato come consigliere delegato effettivo (20 voti su 30) e Lucia Parchitelli come supplente (17 voti su 30).
++ Autonomia, governo interviene contro ricorsi delle Regioni ++
Il Consiglio dei ministri ha deliberato la determinazione d’intervento nei giudizi di legittimità costituzionale promossi dalle Regioni Puglia, Toscana, Campania e Sardegna avverso la legge 26 giugno 2024, n.86 recante: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma, della Costituzione”. E’ quanto si legge nel comunicato finale del Cdm.
La dichiarazione del presidente Emiliano
“Non sono sorpreso ma non mi pare un gesto di fiducia nei confronti anche della Corte costituzionale. Il governo non dovrebbe essere controparte delle Regioni nella verifica di costituzionalità di una norma che è del Parlamento”.
Lo ha detto all’ANSA il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, commentando la decisione del Consiglio dei ministri di intervenire nei giudizi di legittimità costituzionale promossi dalle Regioni Puglia, Toscana, Campania e Sardegna contro l’autonomia.